Da sinistra verso destra parte alta: Calzolari Loris, Ardielli Sergio, Michelazzo Paolo, Feltrinelli Dario, Michelazzo Enzo, Pozzani Maurizio, Chechetti Giancarlo. Parte sotto da sinistra verso destra: Gaule Claudio, Merci Flavio, Lonardi Giovanni, Lonardi Gabriele, Ceschi Renato, Accorti Giuliano.

Parona Baseball Club 1970

Prendete un gruppo di ragazzi della parrocchia tagliati fuori dal giro del calcio del paese ma pronti a nuove esperienze, aggiungete don Roberto un curato intraprendente stufo di vedere quella banda di ragazzi senza una squadra, infine aggiungete Marco Lampronti un profeta del baseball veronese, è così che il baseball mette le sue basi a Parona, era settembre del, ora, lontanissimo 1967.

Con 3 guanti e qualche pallina le prime prove nel parcheggio davanti al campo di calcio, le mazze non vennero usate Io spazio era troppo misero, lanciare bene la palla non era certo un problema per ragazzi che passavano i pomeriggi facendo a gara a chi tirava sassi più lontano nell’Adige e per gente abituata a vivere all’aria aperta bastarono poche istruzioni sull’uso del guanto per prendere bene la palla a terra o al volo; ma l’inverno allora arrivava presto e non rimase altro da fare che imparare il regolamento la domenica mattina nel chiuso delle sale parrocchiali.

1968 il prezzo del primo guanto è di 3.500 lire, prima forma di finanziamento per la società che partecipa al campionato juniores è una lotteria poi arriva il primo sponsor “Marcomini”, un negozio di elettrodomestici in centro al paese che seguirà la società nella sua breve avventura.

Siamo pochini e per fare una squadra ci si mette con quelli di Santa Lucia, le divise giallo verdi, recuperate da Lampronti sono solo una decina, per quanto si accelerassero le operazioni i cambi erano lenti perchè il giocatore uscente doveva proprio levarsi la divisa, il nuovo numero veniva appiccicato alla casacca coi “formentini” e finalmente il nuovo giocatore entrava in campo; venivamo soprannominati le “banane”, 9 partite di campionato, non c’è un allenatore fisso ci si allena in uno spiazzo di 30 metri sul Iato corto o al campo piccolo del “boschetto”, è il tempo delle mazze tenute insieme coi chiodi e le palline avvolte col nastro adesivo bianco, degli allenamenti autogestiti dove quasi si passava più tempo nella ricerca delle preziosissime palline perse in mezzo all’erba alta che a giocare, Lampronti comincia a predicare che ci vuole un campo a Parona.

Nel 1969 si parte ottimisticamente con due squadre una serie D e una juniores, grazie al lavorio di Marco Lampronti arrivano dalla federazione le nuove divise sono bianche con bordino azzurro, non siamo più le “banane” diventiamo “gelatari”, il campo che sembrava un problema insormontabile trova soluzione, Lampronti riesce a farsi prestare dai preti un terreno vicino a Santa Cristina, un quartiere di Parona, cominciano subito i lavori per ripulirlo ma per il momento ci si allena e si gioca ancora al “boschetto”, un allenatore fisso non c’è ancora.

Passano solo 2 giornate e diventa evidente che il passo era stato troppo lungo perciò la serie D viene ritirata e rimane solo la juniores, i lavori del campo invece vanno avanti speditamente, non è certamente un biliardo, manca l’erba, ma finalmente abbiamo un posto nostro dove giocare, a settembre ci vengono disputate alcune partite di un torneo cittadino, scendono in campo a Parona i giocatori della serie B della “Prora” e della “Fiamma” sono asfaltature che ricordo ancora adesso.

 

Nel 1970 col nuovo campo si progetta il salto di categoria, si uniscono perciò le forze con i Red sox di Verona allenati da Massimo di Carlo, che diventa il primo vero allenatore di Parona, nella gara decisiva col Bolzano, un pubblico che la IBL se lo sogna, ribaltando il risultato all’ultimo inning il Parona vince il campionato e accede alle finali, anche gli juniores nel pomeriggio vincono contro i pari età bolzanini e poi a settembre battendo l’Alessandria vanno anche loro alle semifinali.

Sembra che tutto marci per il meglio ma i preti vendono il terreno e l’agricolo nuovo proprietario insensibile alle nostre esigenze a metà settembre passa l’aratro, lasciandoci in braghe di tela, domenica 27 settembre 1970 quasi senza allenamento, contro due squadre friulane, con lo stesso risultato 13 — 7, si chiudono i sogni di gloria delle squadre del Parona baseball club.

1971 mollano i vecchi di Parona, vecchi si fa per dire visto che avevano poco più di vent’anni, mollano anche i Red sox, rimane invece Maurizio Pozzani che diventa l’allenatore della squadra composta per la quasi totalità di juniores, ci si allena prima ai bastioni di via Colombo e poi a San Pietro in Cariano, il nuovo miracolo di Lampronti che riesce a trovare li un campo, Pozzani porta con se un lanciatore fortissimo che però suona in un complesso e spesso deve lasciare il campo sul più bello per andare a suonare e i giovani ed inesperti lanciatori paronesi quasi mai riescono a risolvere la gara positivamente; se in serie D il salto di categoria si sente, gli stessi giocatori, allenati da Sergio Ardielli, si rifanno nella categoria juniores, spopolano in Veneto battono Udine raggiungendo le finali nazionali; in una memorabile tre giorni a Milano al campo Kennedy, allora tempio del baseball italico, sono secondi dietro alla Juve Torino.

1972 è tempo di diventare grandi Lampronti da il meglio di se stesso, sponsor nuovo “AGF assicurazioni”, ma soprattutto allenatore nuovo, uno che conosce bene il gioco e sa il fatto suo, Dario Feltrinelli giocatore che ha militato parecchi anni in serie A accetta di condurre questa pattuglia di sbarbatelli, si gioca sul campo grande del “boschetto” libero perchè è stato inaugurato il “Gavagnin”.

Nella cavalcata verso la finale, una sola sconfitta, l’ultima giornata contro il Bolzano; sacrifici e speranze vanificati da una delle partenze più disastrose mai viste in una partita di finale, 8 punti il primo inning.

Finisce così l’avventura Giuliano Accorti, Loris Calzolari, Gabriele e Gianni Lonardi, Enzo e Paolo Michelazzo, Renato Ceschi, Flavio Merzi, Maurizio Pozzani, Sergio Ardielli, Giancarlo Checchetti, Roberto Gaule allenati da Dario Feltrinelli saranno l’ultima squadra di Parona, la serie B nel 1973 aprirà ai doppi incontri il Verona baseball ha bisogno di energie nuove, la maggior parte dei giocatori del Parona proseguirà li la carriera.

Ma a volte ritornano…………………..

è il 1979 nel quartiere Pindemonte c’è una polisportiva, il Cadore, che ha una squadretta messa insieme da Stefano Cristani, li vado a giocare dopo la serie B col “gomme Mai”, il campetto a sette è circondato dai condomini, ancora adesso quando Io vedo mi chiedo come sia stato possibile che nessun vetro fosse mai stato rotto.

Nel 1980 divento tecnico federale e comincio a lavorare in questo nuovo ruolo, Lampronti con cui non ci siamo mai persi di vista diventa il factotum, ritorna anche Paolo il mio fratellone, a Parona c’è il nuovo centro parrocchiale con un bel campo di calcio che diventa la nostra casa.

1982 finisce il “Cadore” rinasce il Parona baseball club lo sponsor è la “cesteria ponte navi” che ci finanzia l’attività con 6 batterie di pentole.

 

1983 nuove divise e nuova sponsorizzazione “tecnologia ospedaliera” ritorna Giuliano Accorti, siamo sempre li li per passare di categoria ma per un motivo o per l’altro non ci riusciamo, dopo l’ultimo tentativo andato a vuoto nel 1984 mancano le motivazioni per andare avanti e decuidiamo di chiudere bottega, per questo nel 1985 visto che la serie B riapre nuovamente ai doppi incontri e come nel ’73, il Verona baseball ha bisogno di nuove energie, li andranno la maggior parte dei giocatori del Parona baseball club.

Si chiude cosi definitivamente la sua avventura …….forse.

Enzo Michelazzo

1 Risposta

  1. bravo "Miguel" bella storia

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