Feltrinelli Dario

Dario Feltrinelli ha giocato ricevitore nella Libertas Bencini, nella Roma, nell'Unipol Bologna (in quest'ultima anche come Terza base)

Ricordi -1

Desidero buttar giù quattro righe, per fissare nero su bianco quei ricordi, emozioni, momenti che hanno caratterizzato la mia gioventù, e non solo, di fanatico appassionato e perdutamente innamorato del baseball. Desidero condividere con gli unici e VERI amici della mia vita, questo turbine di pensieri che affollano la mia zucca quando penso a quegli anni pioneristici di un’epoca felice. Desidero buttarli giù alla rinfusa man mano che mi si presentano, a volte personalissimi, non per protagonismo credetemi, a volte legati a persone con cui ho vissuto la grande avventura della mia vita.

Come non ricordare l’emozione ed il cuore gonfio d’ orgoglio nel pedalare verso casa, con stretta in un fagotto la mia prima vera divisa n° 13, con costernazione di mia madre super superstiziosa…e i primi rudimenti di bb sul campo di via Passo Buole con gli amici Scoiattoli, …e Davide Saoncelli che si ferma in bici e ci regala una decina di vere autentiche palle da bb?

Le trasferte erano un’avventura, soprattutto per noi giovani scapestrati, ma sono certo che anche i più compassati di noi ne godevano, mi riferisco a Tony Donini cassiere e fiduciario della Libertas, Gianni De Martini sempre in giacca e cravatta, Alberto Mally sempre composto, Elio Orsolato sempre affamato e così via.

In una Italia piena di entusiasmo e fiducia nel futuro noi eravamo una squadra d’assalto. Le lunghissime trasferte in Littorina, le trasferte in 600 Multipla, i pranzi al Dopolavoro Ferrovieri, ove qualcuno aveva il coraggio di lamentarsi pesantemente per la cottura del riso come se fosse abituato alla cucina del 12 Apostoli, la sosta su di un viadotto dell’ Autostrada del Sole, appena inaugurata, ammirando a bocca aperta la spettacolarità dei piloni altissimi e lo snodarsi del nastro tra i monti, l’apparizione improvvisa di una stupefacente Fontana di Trevi, il dormire al ritorno, sulle retine portabagagli, rientrare alle 6 di lunedì per presentarsi poi a scuola od al lavoro. Chi non ricorda il potere taumaturgico della SIFCAMINA usata in quantità industriali su muscoli indolenziti, strappi e contusioni?

Ricordo le scorribande, vestiti di lenzuola a mo’ di toga romana, tra i corridoi dell’Hotel Dragoni in piazza Colonna a Roma, con relativo discorso alla plebe dal balcone. (ho scoperto poi che lo stesso hotel fu teatro di un tentativo di attentato a Mussolini).

Ricordo lo stupore di scoprirsi a fine campionato, leggendo i bollettini dell’allora Fipab, come miglior “ladro” di basi, od in altra occasione, come l’autore del maggior numero di singoli, ma quello che veramente contava era l’appartenenza al “gruppo” ove ognuno con la propria individualità contribuiva al risultato.

Il primo allenatore che ci ha iniziato al vero bb è stato Gary Brundage, ex giocatore di triplo A, 25 anni e 5 figli, sorriso aperto e simpatia da tutti i pori, interbase nella squadra Setaf di Verona. Ci ha insegnato che non potevamo rubare una base quando ci girava, ma dovevamo attendere il segnale (concetto sconosciuto), come scivolare in base, il concetto di ” squeeze play ” e via discorrendo. Mi ha regalato la prima conchiglia (oggetto misterioso) quando ha scoperto che giocavo ricevitore senza. Noi squadra si faceva cerchio, alla base del ponte del Rialto, per permettere alla moglie di cambiare l’ultimo della nidiata e poi, via a S. Elena a giocarci la partita in un campo di fieno.

Poi è arrivata l’era di Mr. Geno Evangelisto (voi pensate pe’ giocà, resto spicci io), e “spicci io” rimase per sempre il nomignolo segreto che usavamo tra di noi. Non era un grande conoscitore di bb, ma ottimo organizzatore e personaggio introdotto negli ambienti che contano, la sua morte è stata un disastro per il movimento, si è vissuti ancora per un poco sulle ali dell’entusiasmo di un gruppo solido, ma poi dall’alto si è decretata cinicamente la fine di un bel sogno.

Un abbraccio AMICI cari dal vostro

Dario Feltrinelli

Ricordi - 2

Condensare una ridda di ricordi legati ad un felice periodo della propria vita non è facile: vengono a galla in modo disordinato, difficile metterli in riga. Musica, sensazioni, amici, episodi, luoghi, che baraonda!

I primi jeans Lee, Wrangler, Rifles. I primi rock ‘n roll, “Rock around the clock” di Bill Haley, “Jailhause rock” del grande Elvis, Little Richard, Jerry Lee Lewis, i Platters.

Era il nostro modo di rompere con il mondo dei “grandi”, con il mondo dei Claudio Villa e Vola colomba, il modo pacifico d’ intraprendere la nostra rivolta generazionale.

Era il tempo di Lucky Strike, Pall Mall, Camel che all’apertura del pacchetto emanavano un aroma soave di mondo proibito. Il profumo del cuoio del guantone da baseball, la sensazione impagabile del coccolare tra le dita una pallina da baseball “horse hide cover” con le sue cuciture rosse. Spalding, Wilson, Rawlings, Adirondack nomi mitici.
 Era il tempo degli spettacolini per studenti alle Stimmate, con Alberto Mally che al contrabbasso accompagnava la superba Norma mentre cantava ” Bi-Bop-A-Lula.

Era il tempo delle festine nel salotto di genitori sfiniti dalle pressanti richieste, del vassoio di pasticcini comperato previa colletta, alla Gabbia D’Oro in piazza Erbe. 

Era anche il tempo delle partite tra squadre di americani di stanza in Europa, che valevano per noi quanto incontri di Major League, delle lattine di coca-cola per noi una novità.

Macchinoni americani bicolori giravano mischiandosi alle poche 500, 600 e Giardinette. Militari americani, sprizzanti salute da tutti i pori, divisa kaki perfetta, si mischiavano ai nostri poveri fantaccini in cappotti grigioverde troppo larghi e con un’orribile bustina con visiera che gridava vendetta.

Bene per me, per noi, tutto questo si può condensare in una parola: BOSCHETTO

Il nostro caro, mitico, unico campo da baseball vero, con il suo custode-giardiniere Romano (poi diventato vigile urbano, da cui la mia teoria sul “capel con visiera” che spiegherò in altro contesto).

Boschetto sede d’ incontri con Calzeverdi, Longbridge, Maglierie Ragno, GBC, Europhon, Pirelli, Alpina e via via la storia del baseball italiano. Boschetto con il pubblico assiepato lungo le linee di faul come nelle vecchie foto americane. Boschetto del fuoricampo di Nino de Martini al mitico Glorioso. Boschetto di Bill Cotton magnifico catcher e magnifica moglie. Boschetto dei lanci di Alberto Mally, Eddy Rizzati e Claudio Gaglio. Boschetto dei fuoricampo dei nostri Olga Bolden e Ronald Talley. Boschetto dove infine ci potevi andare anche con la morosa. E dici poco?

Dario Feltrinelli

3 Risposta

  1. Bravissimo
  2. Dario, sei bravissimo!!!!!!!?????????
  3. Che meraviglia leggere queste righe di vita vera e vissuta con passione ed entusiasmo, sembra quasi di esserci stata anch'io...di essere lì a bordo campo... Sempre bello leggere ed ascoltare racconti inerenti a questo meraviglioso sport, a questo gioco che come dici tu Dario crea amicizie vere e durature. In attesa di altri ricordi da condividere saluti a tutti.. Elisa.T

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