atleti: Molteni, Olivieri, Bertucco, Crause, Benini, Vidali, Benato, Micheli, Valente, Saoncelli, Milani. Presidente è Mario Magi, segretario Luigi Sersante. I ragazzi di “Suesi” si comportano bene perdendo 8 partite, pareggiandone 1 e vincendone 6.
La ripartizione dei campionati operata dalla Fipab colloca nel ‘51 i Cardinals in serie B assieme a Longbridge Bologna, Parma, Atm e Pirelli di Milano. Il primo tempio del baseball veronese è il Vecchio Bentegodi, adattato alla bisogna, ma frequentato da parecchi appassionati e curiosi. Sempre nel ‘51 nasce, però, a Verona un’altra squadra. Sono “I Mastini” della Libertas Verona, società legata Democrazia Cristiana di allora, come sottolineano il nome e lo scudo crociato applicato sulle divise. Presidente è l’ingegner Bisoffi, segretario Bonizzato; il campo è volante e viene allestito di volta in volta sui prati di Borgo Roma, di Borgo Milano o di San Michele Extra. Inutile dire che i due club sono subito divisi da fiera rivalità. Anche perché la Libertas si accaparra “Swaczy” (Suesi) e qualche giocatore. La prima formazione biancoscudata vede il lanciatore Giorgio Negri (che reclutato da “Swaczy” e Milani ad una festa da ballo diventerà l’anima della società ed uno dei missionari del baseball veronese) e poi Scarrozza, Binosi, Faraoni, Molteni, Contarini, Tommy, Valente, Franchini, Turco, Ederle, Dall’Agnola e Bendazzoli. Il primo derby, il 25 aprile del 1952, in occasione della Coppa Arena, si disputa al Vecchio Bentegodi. Ed è subito memorabile. Gli scontri si ripetono in campionato, perché le due squadre scaligere sono nello stesso girone in compagnia di Brescia, Pirelli Milano e di due formazioni di Parma.
Il 1952 è anche l’anno della prima partita ufficiale della Nazionale italiana, giocata sotto la presidenza del principe Steno Borghese. Si disputa a Roma, contro la Spagna che, in uno stadio gremito, ci batte per 7 a 3. L’unico veronese presente, contagiato da una passione divorante che contrasta con il suo carattere gentile, è Giorgio Negri. Oltre che storico testimone è anche fortunato, a due passi da lui siede Gregory Peck, che in quel periodo girava Roma in Lambretta con Audrey Hepburn per “Vacanze romane”. Indimenticabile.
L’anno successivo la Libertas è in C, ma risale subito in serie cadetta. Sono tempi eroici; tempi di trasferte avventurose e di cinghie strette. Poche e polverose le strade, rari i treni. Ricorda Giorgio Negri:” Per andare a Torino, Milano o a Trieste si partiva il sabato sera e si viaggiava la notte. A Milano, alle 5 del mattino si faceva colazione in latteria in Piazza Duomo. A quell’ora, invece, quando si andava a Trieste, si prendeva la corriera che partiva da Mestre, perché i treni si fermavano lì. Le trasferte a Grosseto e Macerata, poi, erano delle epopee. Si dormiva in pensioncine ormai scomparse di piccoli paesi sulla strada, come Roccastrada in Toscana. A Verona si rientrava il lunedì mattina, giusto per andare a lavorare. E con una fame da lupi: la Libertas rimborsava un solo pasto per 24 ore; nel ‘52 – ‘53 erano la bellezza di 250 lire”.
I Bentegodi Cardinals lottano, invece, sempre in B e nelle loro file, già del ‘53, si mette in luce un giovanissimo lanciatore strappato al calcio. Si chiama Riccardo “Ricky” Rimini e sarà il primo grande campione veronese. Il primo a vestire la maglia della Nazionale e ad entrare nei record della storia del baseball.
IL 1955 è un anno difficile: i Cardinals si sciolgono e la Libertas che puntava alla promozione in serie A disputa un campionato deludente.
E i talenti devono emigrare. Saoncelli e Alberti vanno a Parma: Ricky Rimini e gli inseparabili amici Luigi Milani, Pierluigi Febe, Perlino Perlini e Loris Benato arrivano a Milano a far volare la Pirelli dritta in serie A
Gianni Anastasi
Albertosi
Giuliano accorti